“Un lascito testamentario è una traccia profonda lasciata sulla terra, anche dopo il proprio passaggio, per chi verrà dopo. Fare un lascito solidale a Sos Villaggi dei Bambini significa spianare una strada che contribuirà ad assicurare a ogni bambino il calore di una casa e di una famiglia, ma anche dare la possibilità di diventare la persona che si sogna di essere da grandi”. Lo dice Ioana Fumagalli, responsabile dell’Unità grandi donatori dell’associazione, che riferisce della storia che lega un bambino del Rwanda, Albert, e un’anziana signora italiana, Carla. Per Albert, nato a inizio 2001 in un piccolo villaggio del Rwanda, un giorno di ottobre di quello stesso anno è stato l’inizio di una seconda vita: è stato il giorno in cui, con suo fratello, è entrato per la prima volta nel Villaggio Sos di Byumba. La mamma di Albert era morta da poco e il papà non era in grado di prendersi cura da solo dei figli molto piccoli. Così il Villaggio Sos ha spalancato loro le porte. In un altro giorno di ottobre di 5 anni dopo, nel 2006, è iniziata la sua adozione a distanza, voluta da un’anziana signora che vive a migliaia di chilometri da lui, Carla Boggio, attraverso Sos Villaggi dei Bambini. Poco dopo la morte della donna, l’esecutore testamentario, Paola Ianno, ha comunicato a Sos Villaggi dei Bambini che la signora aveva pensato ad Albert anche per il futuro, per essere sicura che il ragazzo potesse continuare a studiare e a crescere in salute, finché non avesse raggiunto l’autonomia. Così, “attraverso lo strumento del lascito solidale, un ragazzo ha potuto crescere con le giuste cure, formarsi e costruirsi un futuro”.