“Viviamo un’epoca in cui la piaga dell’antisemitismo non è stata debellata ed è quindi sempre più importante e necessario diffondere il messaggio della dichiarazione Nostra Aetate e dei documenti successivi”. Il documento conciliare ha portato ad “un profondo cambiamento di atteggiamento da parte della Chiesa verso l’ebraismo e le ha fatto riscoprire le sue radici ebraiche. Questo cambiamento teologico ha reso possibile il cambiamento politico che ha portato all’instaurazione di pieni rapporti diplomatici tra lo Stato d’Israele e la Santa Sede nel 1994”. Così si legge in una nota diffusa oggi dall’Ambasciata di Israele presso la Santa Sede, in occasione del 55° anniversario della dichiarazione “Nostra Aetate”, frutto del Concilio Vaticano II, pubblicata il 28 ottobre 1965. “In questi 55 anni molta strada è stata percorsa: delegazioni ebraiche e cattoliche si incontrano regolarmente e nuovi documenti sul dialogo ebraico-cattolico sono stati pubblicati. Purtroppo – si sottolinea nella nota – viviamo un’epoca in cui la piaga dell’antisemitismo non è stata debellata ed è quindi sempre più importante e necessario diffondere il messaggio della dichiarazione Nostra Aetate e dei documenti successivi”.