Rifondare le “case della salute – una ogni 15/20.000 abitanti”, che devono essere in grado di fornire “assistenza specialistica, diagnostica e servizi di telemedicina” e diventare “vero cuore pulsante della medicina territoriale e delle attività di prevenzione”. È uno dei punti del progetto di medicina sul territorio per tutelare la salute dei molisani, elaborato dal periodico “La fonte”, dalla diocesi di Termoli-Larino, dalle chiese battiste di Campobasso e Ripabottoni e da varie associazioni molisane, con l’aiuto di esperti. Nella casa della salute, spiegano i promotori, “si realizza l’incontro tra comunità e sistema sanitario” perché si tratta di “quel complesso di servizi che facilita l’accesso alle prestazioni e ai percorsi assistenziali dei malati di un territorio sub-distrettuale”. Occorre inoltre potenziare “il dipartimento di prevenzione e il dipartimento di salute mentale”, al cui interno “hanno una specifica funzione le attività di prevenzione e di contrasto alle dipendenze patologiche (Serd) e i servizi di sostegno alle famiglie e alla maternità”.
Anello fondamentale fra l’ospedale e la medicina nel territorio sono ospedali di comunità, Rsa, centri di riabilitazione, centri diurni e servizi residenziali per la salute mentale e farmacie di comunità.
La rete degli ospedali pubblici molisani “deve essere riorganizzata, riqualificata e integrata con il nuovo servizio sanitario che ha nella medicina territoriale il suo vero fulcro – si legge ancora nel progetto -. Il Centro di eccellenza di riabilitazione (Cer) è la destinazione principale del Vietri di Larino; il Gemelli Molise di Campobasso, la Neuromed di Pozzilli e le altre strutture convenzionate devono essere ricondotte alla logica della nuova organizzazione della sanità molisana”. Secondo i promotori del progetto, “la nuova sanità regionale dovrà essere accompagnata da una capillare attività di educazione alla prevenzione e al corretto utilizzo dei servizi coordinata dalle case della salute”.