“Al di là delle attuali limitazioni dovute all’emergenza sanitaria la nuova mobilità verso l’estero è una strada che vorremmo non a senso unico ma percorribile in entrambe le direzioni”. Lo ha detto stamattina il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, nel suo intervento alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, che ha definito “una bussola, un’importante strumento di studio” dei flussi di emigrazione dall’Italia verso l’estero, utile anche al governo per “riflettere sulle ragioni per cui gli italiani scelgono la via dell’espatrio”. “Molti giovani ancora oggi scelgono di partire per l’estero – ha osservato il premier Conte – È nostro dovere costruire le condizioni per permettere a questi connazionali di tornare in Italia nel breve periodo, arricchiti dalle esperienze che hanno fatto e che contribuiscono a formare la persona”. In questo momento, ha proseguito il premier, “l’Italia ha bisogno di chiamare a raccolta le energie migliori, tra cui quelle dei tanti giovani all’estero”, offrendo “opportunità, servizi e incentivi per farli rientrare”. In questo senso Conte ha citato l’importante ruolo delle associazioni di connazionali all’estero, “riferimenti indispensabili per le istituzioni e gli enti pubblici e privati”, “punto contatto tra l’Italia e gli italiani nel mondo”. Il premier Conte ha ricordato che gli oriundi italiani rappresentano una comunità di 80 milioni di persone, “un unicum”: “L’emigrazione italiana è stata sempre accompagnata a storie di successo, le difficoltà sono state vinte seppur con un carico di sofferenze, ingiustizie e fallimenti. Alla fine si sono integrati contribuendo alla società di accoglienza”. “Saluto gli italiani che vivono in tutti i cinque continenti – ha concluso -, che in questo tempo di pandemia non hanno mancato di far sentire la loro vicinanza e contribuire anche finanziariamente, alla risposta pronta e decisa dell’Italia”.