Un messaggio radio in diverse lingue locali, che indica una nuova via ai pastori, affinché possano trovare una terra capace di nutrire il proprio bestiame. Un “bollettino” periodico che comunica a governi locali e donatori le zone in cui le scorte di acqua sono quasi esaurite. Attività oggi possibili in Sahel, grazie all’avvento di un “sistema di allerta precoce” basato su una combinazione di dati e intelligenza artificiale. L’iniziativa è stata sviluppata da “Azione contro la fame” in una delle regioni al mondo più colpite dalla crisi climatica ed uno degli epicentri della fame; un’area in cui 374mila bambini soffrono di malnutrizione acuta. Il sistema, consultabile al sito www.sigsahel.info, suggerisce i punti in cui si trovano i migliori pascoli e fonti idriche e, allo stesso tempo, consente di prevenire potenziali emergenze. Quando l’allarme viene lanciato per tempo, infatti, le autorità locali e le organizzazioni possono mettere in atto misure tese, da un lato, a scongiurare una eventuale criticità futura e, dall’altro, a promuovere interventi più sostenibili dal punto di vista economico.
Si tratta di una regione in cui il 40% della popolazione dipende dall’allevamento. “La chiusura delle frontiere a causa del Covid-19, oltre che le violenze in corso in luoghi come il nord del Mali, ha lasciato 12 milioni di persone senza cibo”, spiega un comunicato. Ma il “sistema di allerta precoce” non è l’unica soluzione promossa dall’organizzazione nell’ottica di fronteggiare il cambiamento climatico nel Sahel. “Azione contro la fame”, presente dal 1995 in otto Paesi della regione, sviluppa altre attività: la costruzione di piccole infrastrutture idrauliche per trattenere l’acqua piovana (note come “mezzelune del deserto”), la promozione di colture più resistenti adatte anche a zone colpite dalla siccità e l’agroecologia che, insieme con la distribuzione di aiuti monetari, consentono di riattivare le economie locali, evitando così gravi crisi come quelle vissute dalla regione negli anni 2005, 2008, 2012 e 2018.