“Per me il cardinalato sarà un altro modo di stare vicino al Papa e sostenerlo con la preghiera e la Parola”. Padre Raniero Cantalamessa commenta così al Sir la sua nomina a cardinale, decisa da Papa Francesco per il prossimo Concistoro del 28 novembre. “È scontato dire che è stata una sorpresa perché si sa che questo è il modo di Papa Francesco di fare i cardinali”, esordisce il predicatore della Casa pontificia: “Prendo la nomina come un riconoscimento dell’importanza della Parola di Dio, più che della mia persona, dal momento che il mio servizio alla Chiesa è stato – e, per volere espresso del Santo Padre, continuerà ad essere ancora – quasi solo quello di proclamare la Parola, a partire dalla Casa pontificia”. “Tra i molti messaggi che sto ricevendo dall’Italia e dal mondo – rivela Cantalamessa – quelli che più mi commuovono e mi fanno gioire sono quelli di pastori e leader di altre confessioni cristiane e di alcuni amici ebrei, perché in questi anni il Signore mi ha messo in cuore un grande amore – totalmente corrisposto – per l’unità dei cristiani e il dialogo tra le religioni. Un pastore evangelico mi ha scritto che era come se il Papa avesse fatto cardinale uno di loro!”. “Papa Francesco parla spesso di abbattere i muri e costruire ponti”, ricorda il neo cardinale eletto: “Lo Spirito Santo mi ha fatto il dono di poter portare qualche piccola pietra alla costruzione di ponti tra i cristiani, sull’esempio del costruttore di ponti a ben più ampio raggio che è il nostro Papa”. “Sono grato al presidente della Cei, il caro card. Gualtiero Bassetti, per la soddisfazione espressa per i nuovi sei cardinali italiani, alcuni dei quali ‘effettivi’ (con oneri annessi all’onore!), altri come me soltanto ‘onorari’”, conclude Cantalamessa.