“Questo tempo di prova sia provvidenziale occasione per purificare i nostri interessi e farci apprezzare i tesori per i quali val la pena di spendere la vita”. Lo h affermato ieri sera l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione che ha presieduto nella basilica delle Grazie in occasione del tradizionale “Voto cittadino”.
“Come i cittadini di Udine del 1555 – ha osservato – ci troviamo anche noi vittime di un’epidemia che non ci dà tregua”. “Dopo il rallentamento estivo i contagi sono ripartiti senza controllo nonostante i tentativi di arginarli con ripetuti decreti ministeriali e altri protocolli, certamente necessari”, ha proseguito l’arcivescovo, sottolineando che “non possiamo nascondere che ci sentiamo tutti in uno stato di insicurezza per la salute nostra e dei nostri cari e per le prospettive future della nostra vita. Come i nostri antenati del 1500 siamo, di fatto, in balia di un microrganismo insidioso e imprevedibile che la scienza non ha ancora armi per sconfiggere”.
“Questa pandemia, che ci sta mettendo in ginocchio, ci stimola a ritrovare e a purificare la nostra fede che era più forte nei nostri antenati quando essi hanno deciso di venire in questo santuario a fare un voto a Maria, guidati dal vescovo e dalle autorità civili?”, ha domandato mons. Mazzocato annunciando che mercoledì verrà diffusa la nuova lettera pastorale “I loro occhi riconobbero il Signore. Per una Chiesa purificata dalla tribolazione”, scritta “per suggerire a tutti di vivere questo tempo tribolato come una prova che può purificarci e portarci a ritrovare che cosa sia veramente essenziale per la vita”. “Essenziale – ha ammonito – è, sicuramente, la salute fisica, essenziali sono i rapporti tra di noi e più essenziale ancora è la fede in Dio”. L’arcivescovo ha concluso l’omelia con una esortazione: “Sulla scia delle chiare affermazioni del Magistero della Chiesa, torno a ripetere l’invito a sostenere e proteggere la famiglia, insidiata da virus di natura diversa dal Covid-19”. “In questo senso – ha spiegato –, ritengo particolarmente indovinata l’iniziativa del Governo regionale di promulgare una legge organica a favore dei diritti originari della famiglia e a sostegno della sua missione di generare ed educare figli di cui anche il Friuli ha drammatico bisogno. Le famiglie sono fari di luce e fonti di calore che tengono vivo l’amore nella società che, altrimenti, rischia di congelarsi nell’individualismo”.