“Negli ultimi 30 anni, i casi di polio tra i bambini sono stati ridotti del 99,9% e 18 milioni di persone, che avrebbero potuto rimanere paralizzate a causa della polio, oggi camminano. Altri 650.000 casi di paralisi vengono evitati ogni anno grazie alla diffusione del vaccino antipolio”. Lo dichiara Francesco Samengo, presidente di Unicef Italia, alla vigilia della Giornata mondiale della polio dedicata quest’anno al tema “Una vittoria contro la polio, è una vittoria per la salute globale”.
In una nota, l’Unicef ricorda però che, “a causa della pandemia da Covid-19, che ha interrotto le vaccinazioni e servizi di assistenza sanitaria, almeno 80 milioni di bambini con meno di 1 anno di età sono a rischio di malattie prevenibili con un vaccino, comprese polio, morbillo e difterite”. “Nel 2020, la regione africana è diventata la quinta di sei regioni al mondo a liberarsi del poliovirus selvaggio. Ma la polio – continua l’Unicef – rimane una minaccia per i bambini ovunque. Il poliovirus selvaggio continua a diffondersi e a paralizzare un numero crescente di bambini in Pakistan e Afghanistan. Inoltre, una rara forma di poliovirus riscontrata in comunità sotto immunizzate con scarsi servizi igienico-sanitari continua a colpire i bambini in alcune aree dell’Asia, del Medio Oriente e dell’Africa”.
L’Unicef ogni anno gestisce l’acquisto e la distribuzione di oltre 1 miliardo di dosi di vaccino antipolio, che rappresenta oltre il 50% dei vaccini orali contro la polio a livello globale. Fondamentali sono “la diffusione di fiducia e il coinvolgimento delle comunità” che “rappresentano il primo passo per raggiungere fino all’ultimo bambino con il vaccino antipolio”. “Le donne – osserva l’Unicef – giocano un ruolo importante nella promozione della vaccinazione della polio” e ad oggi “rappresentano il 99% della forza lavoro per la polio in Nigeria, l’89% in Pakistan e il 43% in Afghanistan”.