“La futura politica agricola dell’Ue dovrebbe essere più flessibile, sostenibile e a prova di crisi e consentire agli agricoltori di garantire la sicurezza alimentare in tutta l’Unione”. Lo si legge in un comunicato appena diffuso dall’ufficio stampa del Parlamento europeo, che oggi in plenaria ha approvato la posizione del Parlamento sulla riforma della politica agricola comune (Pac) post 2022. “I deputati hanno confermato un cambiamento politico che dovrebbe far corrispondere meglio la politica agricola dell’Ue ai bisogni dei singoli Paesi, ma insistono nel mantenere parità di condizioni in tutta l’Unione”. Ai governi nazionali spetterà la redazione di piani strategici, approvati poi dalla Commissione, in cui delineare le modalità concrete di attuazione degli obiettivi dell’Ue. Il Parlamento “ha rafforzato le pratiche rispettose del clima e dell’ambiente obbligatorie, la cosiddetta condizionalità, che gli agricoltori devono applicare per poter ottenere sostegno diretto”. Almeno il 30% del bilancio per i pagamenti diretti sarà destinato “a regimi ecologici volontari che potrebbero aumentare il reddito degli agricoltori”. I deputati hanno poi votato per “ridurre progressivamente i pagamenti diretti annuali agli agricoltori al di sopra dei 60mila euro e poi fissarne il massimale a 100mila. Sarà tuttavia possibile agli agricoltori detrarre il 50% dei salari collegati alle attività agricole dall’importo totale prima di effettuare la riduzione”. Almeno il 6% dei pagamenti diretti nazionali dovrebbe servire al sostegno delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni.
Uno dei temi più discussi, e noti all’opinione pubblica, era la salvaguardia dei cosiddetti “veggie burger”. Per gli hamburger vegetariani e bistecche di tofu non vi sarà alcun cambiamento nell’etichettatura di questi prodotti a base di piante. Altri elementi affrontati sono: il sostegno agli agricoltori nella gestione di rischi e crisi; sanzioni più severe nel caso di infrazioni ripetute e meccanismo di reclamo dell’Ue; valorizzazione dell’agricoltura rispettosa dell’ambiente. Le proposte passate oggi in Parlamento europeo hanno ottenuto nelle scorse settimane fortissime resistenze dalle associazioni e ong che si occupano di tutela ambientale e anche da una parte del mondo scientifico e da alcuni settori agricoli: il termine ricorrente è stato “ecotruffa”. Altra accusa: “Uno stop al Green Deal europeo”.