“Che relazione c’è tra scienza e fede? L’intera pandemia da Covid-19 è stata interpretata con i soli parametri della scienza, e le decisioni dei governi sono state prese a partire dalle ragioni fornite da comitati tecnico-scientifici. Le ragioni della fede – che per affrontare le grandi epidemie del passato erano state decisive – non hanno rivestito alcun rilievo”: lo si legge in un comunicato della Pontificia Università Gregoriana, nel quale si ricorda che la Facoltà di Teologia ha avviato il corso “La teologia alla prova del Covid-19. Dialoghi con la scienza” per sollecitare “un dialogo franco e libero da pregiudizi tra la scienza e la ‘scienza della fede’”. Infatti, precisa la nota, “in questo tempo drammatico, conficcatosi nel cuore della contemporaneità globalizzata, sono riemersi i grandi interrogativi su Dio, sul tempo, sull’uomo, sulla Chiesa e sulla vita. Perché il mistero del male? Perché questa sofferenza? Come agisce Dio nella storia? Quale speranza annuncia la comunità cristiana? Come costruire la comunità degli uomini tra egoismi e bene comune?”. Il corso affronterà questi interrogativi attraverso il confronto tra un virologo di fama, Ernesto Burgio, e un gruppo di specialisti nelle aree di studio della teologia: la teologia biblica, la teologia dei Padri, la teologia fondamentale, la teologia dogmatica, la teologia morale. “Scienza e teologia scelgono di confrontarsi – spiega don Dario Vitali, coordinatore del corso e direttore del Dipartimento di Teologia dogmatica della Gregoriana – sapendo che hanno da imparare dal reciproco ascolto”.
Articolato in 12 lezioni on line che si svolgeranno a partire dal 5 novembre 2020 e fino al 15 aprile 2021, il corso è aperto anche al pubblico: personale medico e paramedico, docenti delle scuole di ogni ordine e grado e a quanti sono interpellati personalmente e dalle proprie comunità nella ricerca di risposte di senso. Le iscrizioni saranno aperte dal 26 ottobre al 5 novembre sul sito www.unigre.it.