Il Centro Astalli esprime oggi cordoglio per le 15 vittime dell’ennesimo naufragio nel Mediterraneo e allarme “per coloro che sono stati riportati in Libia, dove corrono il serio pericolo di morire”. Il naufragio è avvenuto al largo della costa libica, all’altezza di Sabrata. I sopravvissuti sono stati tratti in salvo da pescatori. Sempre ieri, più di settanta profughi sono stati intercettati dalla Guardia costiera libica e riportati indietro in Libia. “Da giorni, nell’indifferenza totale dell’Europa, muoiono migranti in mare – denuncia padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli -. In Libia imperversano scontri bellici e per i migranti si pratica la tortura sistematica e la detenzione illegale”. Padre Ripamonti lancia un appello: “La pandemia va combattuta con ogni mezzo e con tutte le risorse a nostra disposizione, evitiamo di usarla come anestetizzante per i mali del mondo di cui dobbiamo sentirci responsabili e per cui urgono risposte”. Per il Centro Astalli “l’apertura di vie legali di ingresso è la soluzione che garantisce la sicurezza di chi chiede protezione e di chi accoglie”. “Evacuare immediatamente la Libia – sottolinea – è atto di civiltà che i Paesi Ue possono compiere senza esporre la popolazione europea a rischi di contagio. Agire per salvare vite umane e garantire il rispetto dei diritti fondamentali è precisa responsabilità di Stati democratici che non si può derogare neanche ora, nell’emergenza che riguarda tutti”.