“Un’enciclica sociale, che ha in vista la promozione di un cammino verso una società più autentica e più rispettosa del bene di tutti e di ciascuno; volutamente intende entrare in dialogo con ogni uomo e ogni donna, e perciò usa un linguaggio accessibile anche a chi non condivide la fede cattolica, tuttavia l’ossatura profonda della visione proposta nasce dalla concezione cristiana dell’uomo e della società”. Così il vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti, nell’editoriale sulle colonne de “Il Ticino” presenta la nuova enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”. “È uno scritto che può apparire, a una prima lettura, un po’ disorientante e prolisso, ma che in realtà è organico – spiega -, pur non essendo sistematico e non intendendo offrire una dottrina completa sul tema della fraternità e dell’amicizia sociale”.
Nel suo editoriale, il presule evidenzia anche che si tratta di “un testo che vuole suscitare una ‘reazione’ verso indirizzi dominanti nella conduzione economica e politica del nostro mondo, e quindi è posta nelle nostre mani perché, secondo le competenze e le responsabilità di ciascuno, possa agire da suggerimento e provocazione per scelte nuove e creative nella realtà sociale e umana”. Quella richiesta dal Papa, secondo il vescovo, è “una vera operosità che promuova un’immagine diversa di vita e di relazioni, d’economia e di lavoro”. E richiede “una seria riflessione”: “L’enciclica, nel suo svolgimento, propone un percorso, che attinge alla ricchezza della dottrina sociale della Chiesa e al magistero precedente, per mettere in atto, a vari livelli, da quello più personale a quelli più strutturali, opzioni innovative, incontri e dialoghi tra soggetti e comunità, con gli apporti originali delle tradizioni religiose e ideali, che restano un patrimonio vivo nell’oggi”.