“Da don Puglisi impariamo a essere generativi”. È il messaggio centrale del ricordo di don Pino Puglisi ieri, nel giorno della sua festa, a Modica, nella “Casa” a lui intitolata. Al ricordo del sacerdote ucciso dalla mafia è stato associato quello di don Roberto Malgesini, ucciso a Como da una delle tante persone che lui aiutava proprio nel giorno in cui si ricordava il martirio di don Puglisi. A motivo del Covid, la messa è stata celebrata solo con le persone della “Casa” e poche altre, rispettando le regole di protezione. A presiederla è stato don Andrea Amore, ordinato prete proprio il 15 settembre, memoria di don Puglisi e giorno dell’uccisione di don Roberto. “Niente avviene a caso”, ha sottolineato don Andrea richiamando tanti suoi legami con don Puglisi, ma anche chiarendo che “non siamo noi a cercare i santi, sono i santi a cercare noi. Per aiutarci ad essere pienamente umani. Nella logica del chicco di grano, ovvero del morire che vive chiunque non fugge dalla realtà, ma fa i conti con la vita quotidiana”. “Ognuno – ha sottolineato ancora don Andrea – è chiamato ad essere generativo”. Come? Rifacendosi alla prima lettura della liturgia, il sacerdote ha risposto: “Con l’amore che riceviamo da Dio, che a nostra volta possiamo donare agli altri”. “Se questo non accade siamo mentitori. È bello amare alla maniera di Dio. Don Puglisi e don Roberto hanno amato così: senza tornaconto. E la ‘Casa’ nei suoi 30 anni ha potuto amare perché non ha perso di vista la fonte e il fondamento dell’amore, che è Dio”.