“Se tu preghi tanti rosari al giorno, ma poi chiacchieri sugli altri e hai rancore dentro, hai odio contro gli altri, questo è artificio puro, non è verità, non è consistente”. Lo ha detto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata per l’ultima volta ai salmi, ha messo in guarda da quello che ha definito “ateismo pratico”, “ateismo di tutti i giorni”. “Non riconoscere la persona umana come immagine di Dio è un sacrilegio, è un abominio, è la peggior offesa che si può recare al tempio e all’altare”, il monito di Francesco, secondo il quale “la preghiera dei salmi ci aiuti a non cadere nella tentazione dell’ empietà, cioè di vivere, e forse anche di pregare, come se Dio non esistesse, e come se i poveri non esistessero”. La Sacra Scrittura “è categorica”, ha spiegato infatti il Papa: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Lui sempre va prima di noi, lui ci aspetta sempre, perché ci ama per primo. Ci guarda per primo, ci capisce per primo. Lui ci aspetta, sempre. Se uno dice: ‘Io amo Dio’ e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede”. “E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello”, ha proseguito Francesco: “La Scrittura ammette il caso di una persona che, pur cercando Dio sinceramente, non riesce mai a incontrarlo; ma afferma anche che non si possono mai negare le lacrime dei poveri, pena il non incontrare Dio”. “Dio non sopporta l’ateismo di chi nega l’immagine divina che è impressa in ogni essere umano”, ha ribadito il Papa: “Quell’ateismo di tutti i giorni, io credo in Dio ma con gli alti a distanza, mi permetto di odiare gli altri. Questo è ateismo pratico”.