“È probabile che nelle prossime 2-3 settimane aumenteranno le persone risultate positive e ne vedremo sempre più ricoverate in ospedale”. Per contenere l’attuale diffusione del virus “dobbiamo cercare di ridurre il nostro numero di contatti, soprattutto in situazioni che non ci permettono di stare all’aperto, di mantenere il maggiore distanziamento sociale e di utilizzare la mascherina, perché tutti possiamo essere veicolo di malattia per altri”. Lo afferma in un’intervista al Sir Patrizio Pezzotti, direttore del reparto di Epidemiologia, Modelli matematici e Biostatistica del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. Secondo chi quotidianamente studia i dati della pandemia nel nostro Paese, “10.874 nuovi casi di ieri sono solo una fetta delle infezioni avvenute 2-3 settimane fa e, secondo i modelli matematici che utilizziamo, è verosimile che il numero dei reali contagi avvenuti in questa fase siano il doppio, forse anche il triplo, di quelli misurati”. “Anche se oggi riuscissimo a bloccare tutte le nuove infezioni, poiché non abbiamo ancora ‘visto’ quelle avvenute da tre settimane a questa parte, è verosimile che ci sarà un’ulteriore crescita dei casi mettendo ancora un po’ più a rischio la tenuta del servizio sanitario nazionale”, prosegue Pezzotti. Rispetto alle recenti misure adottate da Governo e Regioni, “nessuno sa con esattezza quanto quello che stiamo facendo oggi possa essere efficace, anche perché la possibile efficacia delle misure proposte si combina con i nostri comportamenti individuali”. “Dovremo comunque aspettare ancora 2-3 settimane per capirlo, dato il tempo che intercorre tra infezioni e diagnosi”, precisa Pezzotti: “Non è escluso che in qualche zona locale nei prossimi giorni possa verificarsi qualche situazione più critica relativamente alla pressione sugli ospedali ma per ora non c’è nessuna emergenza generalizzata”.