“La nostra fraternità ha bisogno di esercitarsi nell’incontro, nel dibattito, a volte perfino nella discussione animata, ma sempre nella speranza di trovare l’altro, per poter trovare se stessi”. Ne è convinto Rav Haim Korsia, rabbino capo di Francia, che intervenendo all’incontro internazionale “Nessuno si salva da solo. Pace e fraternità”, promosso dalla Comunità di S. Egidio in piazza del Campidoglio, ha condiviso con i presenti “una storia di fraternità” raccontata dal Midrash, che suona così: “Due fratelli avevano un campo e si dividevano il raccolto. Uno aveva tanti figli e l’altro era celibe. Ognuno voleva dare di più a suo fratello e di notte, con discrezione, ciascuno aggiungeva grano al mucchio di suo fratello… e al mattino i mucchi erano sempre identici. Ma una notte, i due fratelli si incontrano e comprendono ciò che ciascuno di loro voleva e si abbracciano. Scorrono lacrime, cadono al suolo, e Dio dice : ‘Dove sono cadute queste lacrime, voglio che sia costruito il mio Tempio’. È precisamente sull’esempio della Gerusalemme celeste che tutti noi dobbiamo ricostruire una fraternità degna del Tempio. E forse è il più bello dei templi da ricostruire: quello della fraternità”. Nel suo intervento, il rabbino di Francia ha chiesto di pregare per Samuel Paty, il professore decapitato per aver mostrato in classe le vignette su Maometto.