“A tutti voi, cari parrocchiani di Santiago, a tutti voi cari cileni e persone di buona volontà e amanti della pace, vi prego: basta, basta violenza. Non giustifichiamo l’ingiustificabile. Dio non vuole la violenza”. Questo l’appello lanciato dall’arcivescovo di Santiago del Cile, mons. Celestino Aós, in un comunicato ufficiale, rivolto ai propri concittadini, in una Santiago ancora scossa dagli incidenti del 18 ottobre, oltre che da qualche ulteriore atto vandalico. Domenica, infatti, la parrocchia dell’Assunzione è stata incendiata da alcuni violenti, nel corso delle manifestazioni promosse a un anno dalle proteste iniziate il 18 ottobre 2019. “Ci incontreremo per compiere atti di riparazione come comunità credente. Ora vi invito alla preghiera, a purificare i nostri cuori affinché né il desiderio di vendetta, né il rancore, né l’odio, né la violenza entrino in noi”, ha aggiunto l’arcivescovo, che, ieri, insieme con i vescovi ausiliari, ha visitato la parrocchia incendiata.
Anche l’episcopato castrense del Cile, attraverso una nota del suo vescovo, mons. Santiago Silva, ha diffuso un comunicato rispetto all’altra chiesa incendiata e saccheggiata: San Francisco de Borja, affidata al corpo dei Carabinieri. “Poiché rifiutiamo ogni tipo di violenza che distrugge la costruzione di una società più giusta, rispettosa e fraterna, condanniamo l’attacco alla chiesa di San Francisco de Borja – la chiesa istituzionale dei Carabinieri del Cile -, un luogo di culto dove la comunità cristiana si è riunita per condividere la propria fede e preghiera, per celebrare i sacramenti e compiere azioni di servizio a beneficio degli altri”.