“Francesco era fondato nell’umilta! Forse anche in questa virtù c’è la forza di attrazione del beato Carlo Acutis”. Lo ha detto il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, mons. Marcello Semeraro, ieri sera, durante la santa messa presieduta nella chiesa di Santa Maria Maggiore-santuario della Spogliazione. Al termine della celebrazione eucaristica la tomba del beato Carlo Acutis, dopo diciannove giorni di venerazione con una presenza totale di oltre 41mila fedeli, è stata chiusa. La santa messa è stata concelebrata dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gialdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, dal vicario generale, don Jean Claude Kossi Anani Djidonou Hazoumé, dal rettore del santuario della Spogliazione, padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira, e da tanti presbiteri diocesani.
“Sono certo – ha sottolineato mons. Semeraro durante l’omelia – che il beato Carlo Acutis, mentre porta avanti i sogni di tanti che guardano a lui come un modello e un esempio, porta avanti pure il ‘sogno’ che ha per la Chiesa il nostro amato Papa Francesco: ero con lui, nel gruppo del Consiglio di cardinali, quando egli giunse qui ad Assisi per la prima volta il 4 ottobre del 2013 e il vostro vescovo ha dichiarato pubblicamente che a mettere a fuoco l’icona della ‘spogliazione’ lo ha incoraggiato proprio quella visita. Oggi abbiamo sotto i nostri occhi l’immagine di un giovane che si è giocato la vita puntando su Cristo. Sono molti gli aspetti che rendono affascinante la sua figura”. “C’è un fascino particolare in Carlo – ha osservato il prefetto -. Per andare avanti nella causa di beatificazione, di canonizzazione una clausola importante è la presenza di una fama di santità e per Carlo non ce ne è stato bisogno e non ce n’è bisogno”.
Al termine della santa messa mons. Sorrentino, prima della chiusura della tomba del beato Carlo Acutis, ha ringraziato il Signore che “ci ha fatto vivere giorni stupendi davvero inimmaginabili, incredibili, belli davvero. Quello che abbiamo vissuto sia davvero un tempo di grazia per portare fiori e frutti nell’avvenire. La grande partecipazione di fedeli è il segno che Carlo è il Santo tra noi. In questo momento storico vista l’escalation della pandemia non è possibile tenere ancora aperta la tomba in sicurezza, pertanto siamo costretti a chiuderla”. “Non appena la situazione migliorerà – ha concluso mons. Sorrentino – la tomba verrà di nuovo riaperta definitivamente. Nel frattempo il santuario resta aperto per la frequenza ordinaria dei fedeli”.