Quale idea di fede, di comunità, di popolo e di Chiesa abbiamo sperimentato in questo periodo e possiamo intravvedere per il futuro? Che tipo di sviluppo possiamo immaginare, che economia e politica vogliamo, che rapporto tra nord e sud in Italia e nel mondo pensiamo sia possibile? Si può risolvere il problema educativo e il bisogno di socialità dei giovani solo attraverso la tecnologia? A queste domande cerca di dare una risposta il movimento ecclesiale Rinascita Cristiana che quest’anno propone ai suoi gruppi, sparsi in tutta Italia, di ideare nuovi percorsi per essere “donne e uomini costruttori di futuro”. “Parlare di futuro in una situazione di crisi non è un azzardo, ma una necessità. Già oggi ci troviamo ad abitare in un mondo cambiato, segnato dai fatti vissuti”, spiega Francesca Sacchi Lodispoto, segretaria nazionale del movimento, per la quale è fondamentale “proseguire la riflessione e testimoniare nelle nuove situazioni il nostro impegno di cristiani”. A partire dai contesti di vita di ciascuno, per incidere poi nell’ambito dell’economia e della finanza, della tecnologia e della scienza, della democrazia e della partecipazione, dell’ecologia e degli stili di vita.
L’obiettivo del Piano di lavoro 2020-2021, che ha per tema “Sui sentieri della speranza”, è proprio quello di aiutare a riflettere sui comportamenti e sulla capacità di fare scelte per provare a testimoniare la fede in maniera più efficace e costruire una società più giusta. Il tutto alla luce della Parola di Dio e di alcune indicazioni fornite dalla Laudato si’ che trovano eco nell’enciclica Fratelli tutti. Non a caso, il percorso annuale del movimento sarà presentato sabato 24 ottobre, a Roma, nella chiesa di S. Agata dei Goti, nel corso di un incontro con la biblista Marinella Perroni che proporrà una lettura del nuovo documento pontificio.
Per dare attuazione agli inviti della Laudato si’, inoltre, Rinascita Cristiana ha aderito al Movimento cattolico mondiale per il clima e ha già promosso diverse iniziative a Genova, Catania, Roma. L’ultima si è svolta nella Capitale lo scorso 3 ottobre, nel rispetto rigoroso delle normative anti-Covid: una passeggiata lungo il Tevere, da Ponte Milvio al Ponte della Musica, per ribadire la necessità di una conversione ecologica personale e comunitaria, riflettere sulle ferite inflitte agli ecosistemi d’acqua dolce e contemplare il Creato.