Quasi l’80% dei lavoratori indipendenti che si sono rivolti ai centri di ascolto della Caritas durante il lockdown ha subito un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare. In 136 diocesi italiane sono stati perciò attivati fondi dedicati ai lavoratori per sostenere le spese più urgenti (affitto, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività, ecc.). In totale sono stati 2.073 i piccoli commercianti e lavoratori autonomi accompagnati in questo periodo. Il tema del lavoro, durante colpito dalla chiusura delle attività durante il lockdown, ha infatti impattato notevolmente sull’attività dei Centri di ascolto diocesani e parrocchiali, secondo quanto riportato dal Rapporto 2020 su povertà ed esclusione sociale in Italia di Caritas italiana, reso noto oggi. In estate, con la riapertura dei centri di ascolto “in presenza” il 54% delle Caritas diocesane ha registrato segnali di miglioramento rispetto alla primavera, con un calo del numero degli assistiti: la media per diocesi scende dal 2.990 persone (del periodo marzo-maggio) a circa 1.200. In linea con il dato generale cala anche il numero medio dei nuovi ascolti, che scendono da 868 a 305 per diocesi. Anche se da maggio a settembre sono aumentate del 12,7% le persone seguite rispetto allo scorso anno. Il peso della situazione di eccezionalità viene però percepito ancora: per il 54% delle Caritas diocesane le richieste di aiuto registrate in estate sono ancora riconducibili all’emergenza Covid-19.