“Obbligati dalla distanza fisica o a rimanere a casa, siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, anche della relazione comunitaria con Dio. ‘Tessitori di fraternità’ è più che mai attuale nella situazione dell’emergenza Covid che ci ha costretto al distanziamento tra le persone”. Queste le parole del vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, mons. Marco Salvi, durante la veglia diocesana missionaria di ieri sera nella chiesa parrocchiale Madonna Regina della Pace del quartiere Santa Lucia di Perugia, organizzata dall’Ufficio diocesano missionario. “È questa, forse, la nuova sfida missionaria – ha affermato –: costruire luoghi dove Cristo si sperimenta, dove Cristo, attraverso la nostra libertà, ma anche attraverso la nostra fragilità, diventa esperienza sensibile”. Tra le testimonianze missionarie, quella di una giovane coppia dell’Operazione Mato Grosso di Perugia in Perù e di due giovani che hanno vissuto la loro esperienza di carità e missione in Malawi. Elena e Giacomo, la giovane coppia con tre figli (e un quarto in arrivo) rientrata di recente da Chimbote, in Perù, coordinano da sei anni le attività socio-caritative di una parrocchia della zona delle baracche. Elena è la responsabile della scuola parrocchiale con 75 alunni. Giacomo coordina le attività di una cartiera che assicura una occupazione dignitosa a diverse persone. In Perù, ha commentato, “la pandemia si somma ai gravi problemi di povertà e miseria già esistenti, che causano vittime nell’indifferenza di molti. Il Covid-19, in Perù, non è il principale problema del momento come lo è per i Paesi ricchi”.