“Tramandare la memoria e insieme contrastare il ritorno, sempre insidioso, di negazionismo e di antisemitismo è un dovere delle istituzioni, per il quale il Governo profonde i propri sforzi rendendo via via più incisiva la sua azione, a partire dalla cura delle nuove generazioni. I giovani vanno resi consapevoli, soprattutto attraverso le iniziative messe in atto nelle scuole, che la Shoah è una memoria nazionale ed europea che presuppone una responsabilità collettiva, preludio a una nuova unione di popoli basata sulla giustizia e sulla libertà”. Lo ha scritto il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, nella lettera inviata alla presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, in occasione del 77° anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma.
“Quel drammatico 16 ottobre 1943”, ricorda il premier, “vide la Comunità ebraica romana vittima innocente della più brutale e spregevole violenza, mossa solo da un spietato sentimento antisemita. La deportazione nei campi di concentramento, le sofferenze disumane e, in molti casi, la morte ne furono l’epilogo. Ancora oggi le nostre coscienze sono scosse”. “La viva voce di coloro che hanno subito la vile persecuzione ha costituito il mezzo più potente per tramandarne l’orrore”, prosegue Conte, sottolineando come “l’Europa, costruita dopo la seconda guerra mondiale e dopo la Shoah, ha operato una scelta: mai più divisione tra vite che valgono e vite che non valgono, mai più gruppi bersaglio, mai più complicità con le discriminazioni, mai più razzismo e antisemitismo, neanche nel linguaggio, nella derisione o nei luoghi comuni”.