La pandemia e gli effetti che ha generato sul mondo universitario e della formazione sono stati al centro della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, questa mattina a Roma, dell’Università pontificia salesiana, giunta all’ottantesimo anno di attività. “A partire da questi 80 anni – ha detto Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia – credo si debba alzare lo sguardo consapevoli che non c’è solo una tradizione a cui rendere ragione ma c’è una vocazione alla scelta formativa da cui tutti ci dobbiamo sentire interpellati con forza. Questa vocazione ci chiede un coraggio rinnovato e una responsabilità esercitata con maggiore incisività”. “Questo è un momento importante per permettere all’uomo di incontrare l’uomo. Un tempo in cui è necessario un umanesimo nuovo che va ricostruito, in cui la dimensione scientifica si incontra con quella filosofica”.
Tema scelto per il nuovo anno accademico è “Ricerca condivisa e convergente”, ripreso da un passo della costituzione apostolica “Veritatis gaudium” di Papa Francesco circa le università e le facoltà ecclesiastiche. “Siamo a un punto di non ritorno”, ha annunciato don Mauro Mantovani, rettore dell’ateneo, riferendosi all’aggiornamento conseguito dai docenti nella didattica a distanza “come integrazione per la gestione di situazioni di particolare emergenza”. Il rettore ha aggiunto che obiettivo principale quest’anno sarà “la verifica interna che è in corso e la visita esterna della Agenzia per la qualità”. La cerimonia di questa mattina ha visto la prolusione di Marica Brancalesi, astrofisica del Gran Sasso Science Institute, sui buchi neri e la premiazione degli studenti meritevoli per l’eccellenza dei risultati.