“Qui a Macerata riprendo un viaggio che dura ormai da 5 anni attraverso i nostri Atenei, cioè quel tessuto di approfondimento e trasmissione dei saperi che costituisce fondamentale elemento di garanzia per il futuro del nostro Paese”. Lo ha affermato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli studi di Macerata facendo riferimento al fatto che quella odierna è la prima cerimonia in una Università italiana a cui partecipa dopo l’interruzione per il lockdown.
Come dopo il terremoto del 2016, il tributo del Capo dello Stato, quello di Macerata, come gli altri Atenei del Paese in occasione della pandemia, ha messo in campo una “reazione pronta”, “trovando formule nuove e modalità efficaci di mantenimento del rapporto tra docenti e studenti nell’ambito della vita della comunità universitaria”.
Parlando della “proiezione verso il futuro” manifestata dagli studenti e della loro “volontà a realizzarlo con il proprio protagonismo”, Mattarella ha ricordato le parole di Bernanos: “È la febbre dei giovani che mantiene a temperatura normale la temperatura del mondo perché se quella si raffreddasse il mondo gelerebbe”. “Non è dagli anziani – ha proseguito – che può venire il calore delle prospettive, dei progetti, delle spinte verso il futuro ma appunto da quella che Bernanos chiama la ‘febbre dei giovani’”.
Negli ultimi decenni, ha osservato il presidente, “il mondo è profondamente cambiato” e “sono emersi dei nuovi protagonisti che rendono più ricca e articolata la vita del mondo, che mettono in discussione equilibri”. “Vi sono elementi di rammarico” come “le disuguaglianze crescite, e ampiamente” o “la democrazia che sembra talvolta in difficoltà, con qualche affanno, anche se ha bisogno di essere sempre realizzata epoca per epoca, di essere inverata particolarmente in una stagione come questa in cui freneticamente cambiano gli strumenti delle relazioni sociali e i mezzi delle comunicazioni”. Mattarella ha poi parlato del “virus dell’individualismo”, del “riemergere dell’ego” dei singoli e degli Stati.