Diciottenne morta di overdose: Squillaci (Fict), “basta con messaggi superficiali, di droga ancora si muore ogni giorno”

“Maria Chiara muore nel giorno del suo diciottesimo compleanno per una overdose di eroina. Un amore tossico e un compleanno che si è rivelato letale. Ma si può morire così a 18 anni? Il giorno del diciottesimo compleanno dovrebbe essere un momento di festa, un rito di passaggio all’età adulta! E forse è proprio questo il problema: il mondo da adulti che abbiamo preparato per i nostri ragazzi…”. È la considerazione di Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict), dopo la morte della ragazza per overdose.
“È inaccettabile trovarsi di fronte all’ennesima morte per droga di una giovane. Tutto il Paese – dice il presidente della Fict – dovrebbe fermarsi a riflettere. Non si tratta più di ragionare su sistemi di prevenzione o educazione migliori, già li abbiamo indicati più volte. Si tratta di smettere di dare messaggi ‘superficiali’ che tendono a normalizzare le droghe, mentre di droga ancora si muore ogni giorno, mentre i mercanti di morte uccidono i nostri figli!”.
Di qui il monito: “Non è possibile accettare che la morte di una ragazza così giovane stia sotto i riflettori solo per qualche giorno… Parliamo di ‘persone’, di vite spezzate, e non di ‘uno scoop da mezza pagina di giornale!’. Dobbiamo lavorare soprattutto sulla consapevolezza, sul comprendere che farsi anche solo una dose di droga può essere letale”. E, sottolinea Squillaci, “voglio ribadirlo: non è normale morire a causa della droga”.
Conclude il presidente della Fict: “È da più di un anno che cerchiamo e chiediamo attenzione al Governo affinché si prenda a cuore una volta per tutte la questione delle dipendenze in Italia, perché, purtroppo, renderci invisibili fa male solo ai giovani e quindi al nostro futuro! Abbiamo bisogno di un vivere comunitario dove nessuno sia lasciato indietro e dove l’indifferenza prenda il posto del prenderci cura soprattutto degli adolescenti affinché non siano all’ultimo posto dei nostri interessi”.

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