“Grazie per la tua testimonianza nei momenti belli e nei momenti dolorosi del Paese, per le tue parole, il tuo coraggio e per la tua semplicità”. Con queste parole, contenute in un breve video, Papa Francesco si è rivolto al suo connazionale Adolfo Pérez Esquivel, in occasione del 40° anniversario della consegna del Premio Nobel per la pace. Il Papa sottolinea l’umiltà sempre mostrata in questi decenni da quello che egli definisce “eccezionale difensore dei diritti umani”, e gli augura, appunto, di continuare a fare le cose con questa umiltà.
Pérez Esquivel, in un breve testo pervenuto al Sir, sottolinea: “Quarant’anni anni fa, in mezzo alla stagione delle dittature latinoamericane, fui insignito del Premio Nobel per la pace. Non l’ho assunto personalmente, ma a nome di tutti i popoli dell’America Latina, dei miei fratelli indigeni, contadini, operai, giovani, religiosi e persone di buona volontà, che hanno rinunciato ai loro privilegi per costruire una nuova società. Delle care madri e nonne di Plaza de Mayo e di altre organizzazioni per i diritti umani. Le sfide attuali per i nostri popoli dovute alla pandemia sono innumerevoli e le battute d’arresto democratiche nella regione sono preoccupanti, ma dobbiamo resistere nella speranza senza mai abbassare la guardia. Voglio ringraziare tutte le persone che mi accompagnano ogni giorno in questa lotta per un mondo più fraterno e giusto.
E in una lettera inviata ieri alla Facoltà di Scienze sociali dell’Università di Buenos Aires (Uba), oltre a sottolineare questi stessi concetti, ricorda che il 1980 fu anche l’anno del martirio di mons. Oscar Romero.