“Il mondo sta attraversando un momento molto buio che richiede risposte e soluzioni adeguate ai problemi della nostra vita esistenziale. C’è una reale necessità per la famiglia umana di riunirsi con spirito unificato e in vera amicizia per proporre risposte ai nostri problemi comuni. Noi, in particolare come leader religiosi, dobbiamo essere un contagio di speranza”. Questo l’invito lanciato dal card. Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ai 500 leader delle grandi tradizioni religiose mondiali e personalità del mondo politico e culturale riuniti da oggi fino al 17 ottobre in modalità online per il 7° Forum interreligioso annuale del G20. Il cardinale ha preso la parola in apertura del Forum, insieme al patriarca ecumenico Bartolomeo, al segretario generale della Lega musulmana mondiale Mohammad Al-Issa e al rabbino capo Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei. Ad aprire la sessione plenaria è stato Abdullatif Al-Sheikh, ministro degli Affari religiosi del Regno di Arabia Saudita. Un vero e proprio summit indetto alla vigilia del G20 dei leader politici in Arabia Saudita, per un confronto ad alto livello su come le tradizioni religiose possano collaborare, insieme ai governi, per combattere le sfide del Covid, delle disuguaglianze e dei cambiamenti climatici. È “responsabilità” dei leader religiosi dare testimonianza alle società in cui viviamo di “unità, solidarietà e fraternità”, ha detto il card. Ayuso. Ed ha aggiunto: “Quello che Papa Francesco ha proposto a tutti noi nella nuova enciclica ‘Fratelli tutti’ è essenziale se vogliamo davvero trovare una ‘terapia’ adeguata a porre fine a questa crisi mondiale e per prevenirne un’altra in futuro”. “Vi invito ad unirvi a Papa Francesco in questa avventura di promozione della fraternità e dell’amicizia sociale”, ha quindi esortato il rappresentante della Santa Sede. “In questo modo, possiamo lavorare insieme per superare le sfide che l’umanità sta affrontando, sperando che noi, come leader religiosi, possiamo promuovere, sostenere e incoraggiare le comunità e le persone di tutto il mondo a cercare solo il bene comune e la dignità di ogni persona umana”. Nel corso delle diverse sessioni, i partecipanti al Forum si confronteranno su come le religioni possono agire come fattori di pacificazione nei conflitti, combattere le sfide aperte dall’epidemia, sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili, affrontare le minacce del cambiamento climatico. Nel suo intervento il cardinale ha parlato della “tentazione di limitare la fraternità solo a coloro che condividono le stesse idee o il contesto culturale” e della indifferenza e dell’avidità che spesso caratterizzano i rapporti tra le persone. Ai leader religiosi è chiesto oggi una particolare vocazione: costruire “una società civile che includa tutti e rifiuti la cultura dello scarto”. Da qui l’invito ad essere insieme “veri messaggeri di unità, solidarietà e fraternità”.