Papa Francesco: Angelus, “Dio chiama tutti, buoni e cattivi”, “uscire dai nostri schemi e dalle nostre vedute ristrette”

(Foto Vatican Media/SIR)

Dio chiama “tutti, buoni e cattivi”. Lo ha ricordato il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui ha sottolineato che “la Chiesa è chiamata a raggiungere i crocicchi odierni, cioè le periferie geografiche ed esistenziali dell’umanità, quei luoghi ai margini, quelle situazioni in cui si trovano accampati e vivono brandelli di umanità senza speranza”. “Si tratta – ha spiegato il Papa – di non adagiarsi sui comodi e abituali modi di evangelizzazione e di testimonianza della carità, ma di aprire le porte del nostro cuore e delle nostre comunità a tutti, perché il Vangelo non è riservato a pochi eletti. Anche quanti stanno ai margini, perfino coloro che sono respinti e disprezzati dalla società, sono considerati da Dio degni del suo amore. Per tutti Egli apparecchia il suo banchetto: giusti e peccatori, buoni e cattivi, intelligenti e incolti”. “Ieri sera, sono riuscito a fare una telefonata a un anziano prete italiano, missionario dalla gioventù in Brasile, ma sempre lavorando con gli esclusi, con i poveri”, ha rivelato Francesco: “E vive quella vecchiaia in pace: ha bruciato la sua vita con i poveri. Questa è la nostra Madre Chiesa, questo è il messaggero di Dio che va agli incroci dei cammini”. “Senza grazia non si può fare un passo avanti nella vita cristiana. Tutto è grazia”, ha precisato: “Non basta accettare l’invito a seguire il Signore, occorre essere disponibili a un cammino di conversione, che cambia il cuore”, ha concluso esortando ad “uscire dai nostri schemi e dalle nostre vedute ristrette”.

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