Consiglio mondiale delle Chiese e Alto Comitato per la Fratellanza umana pronti a “offrire uno spazio sicuro ai leader religiosi per guidare iniziative di pace” in Nagorno-Karabakh. È quanto hanno assicurato i responsabili dei due organismi internazionali al termine di un incontro che si è svolto il 9 ottobre presso l’Istituto ecumenico Bossey (Svizzera). All’incontro erano presenti il segretario generale ad interim del Consiglio mondiale delle chiese (Wcc), il rev. prof. Ioan Sauca, il giudice Mohamed Abdel Salam, segretario generale del Comitato superiore per la fratellanza umana, e il segretario generale del Consiglio musulmano degli anziani, Sultan Al Rumeithy. Di fronte all’escalation del conflitto armato per il controllo del Nagorno-Karabakh, i leader religiosi hanno lanciato un appello alla pace. “La violenza non solo distrugge il presente, ma minaccia anche le generazioni future”, ha detto Abdel Salam. “Sappiamo dalla storia che nessuna azione militare può portare a nessuna soluzione. Chiediamo quindi a tutte le parti di porre fine a tutti i conflitti armati e di tornare ai negoziati di pace. Il Wcc, insieme ai suoi partner musulmani, è sempre pronto a offrire uno spazio sicuro ai leader religiosi per guidare iniziative di pace”. L’Alto Comitato per la Fratellanza umana è stato costituito nell’agosto del 2019, a pochi mesi dalla firma del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, durante lo storico incontro del 4 febbraio 2019 tra Papa Francesco e il grande Imam di Al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, ad Abu Dhabi. Oggi l’Alto Comitato è presieduto dal card. Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ed è composto da vari leader religiosi, studiosi ed esponenti della cultura di tutto il mondo, con legami di appartenenza al mondo cristiano, ebraico e musulmano, che si ispirano al documento e si dedicano a promuoverne gli ideali di pace e rispetto reciproco.