“L’immagine di un banchetto di nozze raccoglie e custodisce il modo con il quale il Signore guarda l’umanità. Egli non si arrende e trasforma un rifiuto, un insuccesso, in un’apertura universale. I nuovi invitati vengono raggiunti personalmente, lì dove si trovano – ai crocicchi delle strade, in quei luoghi dove prima nessun annuncio aveva risuonato – e alla fine il banchetto del Regno si colora per la presenza di un’umanità raggiunta, senza distinzione, dalla misericordia. D’ora in poi nessuno sarà più escluso”. Lo ha detto il nuovo vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto, nell’omelia della messa di ingresso nella cattedrale di santa Maria Assunta nel capoluogo piacentino. Nel continuare il commento al Vangelo, il vescovo ha parlato del “colpo di scena” nel momento in cui la parabola anziché concludersi con la frase di rito “sedettero tutti felici e contenti” racconta di “un ulteriore giudizio verso chi è entrato con il pass all’ultimo minuto, perché c’è chi siede a tavola senza l’abito nuziale”. Anche se l’invito al banchetto è gratuito – ha spiegato mons. Cevolotto – questo non sminuisce le esigenze della risposta: la chiamata esige “una conversione all’amore gratuito. Il re-Signore, il Padre dello Sposo chiede un’accoglienza che rinnova, che trasforma, che salva”. Inoltre il Signore ci chiede di rispondere con urgenza: quel “Tutto è pronto” vuol dire – ha sottolineato il vescovo – che il tempo che ci è dato di vivere ha in sé l’appello ad una scelta, “non si può procrastinare a domani, non si possono accampare scuse” perché si rischia di perdere l’occasione della vita.