“Oggi la Parola di Dio ci consegna un cammino in linea con quanto papa Francesco in questi giorni ci ha consegnato nella sua lettera ‘Fratelli tutti’. Una Chiesa, anche la nostra, diventa segno necessario perché diventa ospite in un duplice significato: è Lei ospitata dall’amore che la precede ed è Lei capace di ospitare”. Lo ha detto il nuovo vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto, nell’omelia della messa di ingresso nella cattedrale di santa Maria Assunta nel capoluogo piacentino. A concelebrare mons. Gianni Ambrosio, vescovo emerito della diocesi emiliana, mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso – diocesi di provenienza di mons. Cevolotto -, accompagnato da alcuni sacerdoti e da una cinquantina di fedeli; mons. Andrea Turazzi, vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Ovidio Vezzoli, vescovo di Fidenza, mons. Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla e mons. Piero Marini, presidente del Pontificio Consiglio per i convegni eucaristici internazionali.
L’immagine del banchetto – ha continuato il neo vescovo di Piacenza-Bobbio – “interpreta il nostro cammino di Chiesa provocata sia dall’avvio delle ‘Comunità pastorali’ sia dalla sfida della stagione di precarietà che stiamo vivendo. Nella condivisione dell’incertezza che sembra insopportabile, ci è chiesto di recuperare insieme motivi di fiducia e di speranza”. Potrebbe sembrare un paradosso – ha aggiunto – “ma anche questa precarietà è abitabile. Anche questo tempo è fecondo. C’è un banchetto a cui tutti siamo chiamati”.
Mons. Cevolotto, ricordando la coincidenza con l’apertura del Concilio Vaticano II – l’11 ottobre 1962 – ha affidato l’inizio del suo cammino a san Giovanni XXIII di cui oggi è la memoria: “Il Papa che ha saputo osare – ha detto -, confidando nell’opera dello Spirito che continua a guidare la sua Chiesa e che la sorprende oltre ogni nostra immaginazione. A noi il coraggio di agire ‘sulla sua Parola’”.