“Carlo Acutis non aveva paura di dirsi e manifestarsi cristiano, cattolico. La sapienza di Dio era entrata nel suo cuore e nella sua mente e tutto ciò che faceva, lo compiva per realizzare quella fede forte che diventava carità e speranza”. Lo ha detto sabato sera mons. Francesco Nolè, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, durante la veglia organizzata dalla pastorale giovanile diocesana. “Il beato amava e pensava con il cuore di Dio, e aveva premura di trasmettere la bella notizia: Dio ci ama”, ha detto mons. Nolè. Il presule ha evidenziato che Carlo Acutis “amava la famiglia, la viveva, esprimendo un amore profondo per i genitori, da cui ha preso a vivere e a credere. Amava gli amici, non si chiudeva in sé stesso, amava i mezzi di comunicazione, senza paura, senza paura, ma senza esserne inquinato. Infatti, “il cristiano è colui che prende seriamente tutti gli impegni della vita, non è superficiale”. Durante la veglia è stato eseguito per la prima volta il canto religioso “Online verso il Cielo” dedicato al beato Carlo Acutis, composto da don Franco Staffa e don Pasquale Panaro, sacerdoti dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano.