Il Parlamento europeo si prepara a sostenere le mosse della Commissione in relazione agli sforzi per difendere e promuovere lo stato di diritto, caposaldo dell’Unione. In un documento preparato dalla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) si appoggia l’iniziativa del Rapporto annuale sullo stato di diritto (la cui prima edizione è stata presentata ieri dalla Commissione). Tuttavia, se “lodevole” è l’iniziativa, il Parlamento contesta il fatto che esso “non copra altri temi cruciali, in particolare la democrazia e i diritti fondamentali”. Un elemento di debolezza sta anche nel Consiglio europeo che “non è riuscito a fare passi significativi nel rafforzare i valori dell’Unione”, cosa che per altro “rende possibili costanti divergenze dai valori fondamentali dell’Ue”. A ciò si aggiunge la constatazione che gli strumenti a disposizione dell’Unione, come le procedure di infrazione previste dall’articolo 7 dei Trattati, sono “inefficaci e frammentari”. Secondo la proposta contenuta nel documento Libe, occorre un accordo inter-istituzionale affinché Commissione, Consiglio e Parlamento insieme istituiscano un meccanismo per monitorare ogni anno tutti gli Stati membri rispetto alla loro aderenza a tutti i valori fondamentali dell’Unione.
Il Parlamento propone altresì che – per evitare duplicati e garantire parità di trattamento e trasparenza – il rapporto annuale sia la base per le decisioni relative all’attivazione di procedure di infrazione e per la condizionalità dei finanziamenti (cosa che invece la Commissione ieri ha escluso). Proprio sul tema della condizionalità si svolgerà oggi un primo confronto tra Parlamento e commissario per la giustizia Didier Reynders in vista del prossimo piano finanziario pluriennale.