Premio Ratzinger: p. Lombardi, “continuità nonostante la pandemia”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Abbiamo informato i vincitori e li abbiamo invitati all’udienza papale il 14 novembre, che è già nell’agenda del Papa, in ambienti sufficientemente ampi per permettere il distanziamento di un numero consistente di persone. Il problema è se i vincitori riusciranno a venire”. Così padre Federico Lombardi, presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Ratzinger-Benedetto XVI, ha illustrato l’edizione 2020 del Premio Ratzinger, vinto dal filosofo francese Jean-Luc Marion e dalla teologa australiana Tracey Rowland. “Nel caso non riuscissero a venire – ha reso noto padre Lombardi – li inviteremo l’anno prossimo, ma il premio, giunto alla sua decima edizione, verrà assegnato con regolarità”. E “con regolarità”, ha assicurato Lombardi, si è svolta anche l’attività della Fondazione Ratzinger, nonostante la pandemia. “Prima dell’inizio della pandemia avevamo potuto realizzare il IX Simposio internazionale di studio promosso dalla fondazione a Budapest, in occasione del 30° anniversario della Caduta del Muro di Berlino. Stiamo preparando gli Atti”. Cancellato completamente, invece, a causa della pandemia, il convegno previsto in questi giorni a Beirut, “ma stiamo lavorando per il convegno dell’anno prossimo negli Usa, come occasione di riflessione sul pensiero teologico di Joseph Ratzinger nelle università statunitensi. Sarebbe la prima volta che la Fondazione promuove in Simposio negli Stati Uniti”. Ha raggiunto la quarta edizione il premio “Ragione aperta”, in collaborazione con l’Università Francisco de Vitoria di Madrid, e “si è sviluppata un’altra “iniziativa di collaborazione” con l’Università statale polacca di Torun: la prima edizione ha premiato un lavoro sull’intelligenza artificiale. Avviati, infine, i rapporti con un gruppo di rettori delle Università pontificie, ha reso noto Lombardi, “per un’attività regolare sulla leadership virtuosa e la leadership etica”, tema di una serie di seminari promossi negli ultimi mesi dello scorso anno dalla Fondazione, in collaborazione con l’Osservatore della Santa sede presso l’Onu a Roma (Fao, Ifad, Pam).

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