“Dobbiamo ricostruire la nostra economia e il lavoro nell’Ue, cominciando a pensare, finalmente, dalla parte di chi è più debole, di chi non ha nulla e non più soltanto dalla parte di chi ha già molto”. Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli porta sul tavolo del Consiglio europeo una richiesta forte dalla parte di chi è stato “maggiormente colpito dalla crisi”. “Politica economica forte”, ma anche “sociale” che “affronti in modo deciso le disuguaglianze”. Si uscirà dalla crisi solo “rafforzando la coesione delle nostre comunità, con una relazione virtuosa tra istituzioni, cittadini e territorio, affinché le persone non siano più considerate soltanto consumatori ma cittadini consapevoli”. Cruciale è garantire a tutti l’accesso a Internet: sia “nuovo diritto umano” con “garanzie democratiche”. Sarà transizione digitale se sarà “capace di mettere al centro le persone e i loro diritti”, creando “opportunità per molti” e non “privilegi per pochi”. Sempre stando dalla parte dei deboli, Sassoli ha fatto riferimento alla distruzione del campo di Moria: “L’Ue, il maggiore attore economico globale, deve mostrare il coraggio di una politica di immigrazione e di asilo comune, basata sulla solidarietà e la responsabilità”. Bene il Patto per l’immigrazione e l’asilo della Commissione europea, ma il Parlamento è pronto a negoziare con il Consiglio e la Presidenza tedesca. Così come il Parlamento sta aspettando – per chiudere l’accordo politico sul bilancio pluriennale – “controproproste dal Consiglio”: “non stiamo bloccando nulla”; le richieste “sono nell’interesse dei cittadini europei”.