“Un mondo senza armi nucleari è possibile e necessario, ed è tempo che quanti hanno responsabilità politiche ne divengano pienamente consapevoli, poiché non è il possesso deterrente di potenti mezzi di distruzione di massa a rendere il mondo più sicuro, bensì il paziente lavoro di tutte le persone di buona volontà che si dedicano concretamente, ciascuno nel proprio ambito, a edificare un mondo di pace, solidarietà e rispetto reciproco”. Nella parte finale del suo discorso al Corpo diplomatico, il Papa ha rilanciato l’appello pronunciato nel suo viaggio apostolico in Giappone, dove “ho toccato con mano il dolore e l’orrore che come esseri umani siamo in
grado di infliggerci”, ha testimoniato. “Ascoltando le testimonianze di alcuni Hibakusha, i sopravvissuti ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, mi è parso evidente che non si può costruire una vera pace sulla minaccia di un possibile annientamento totale dell’umanità provocato dalle armi nucleari”, ha proseguito Francesco, secondo il quale “gli Hibakusha ‘mantengono viva la fiamma della coscienza collettiva, testimoniando alle generazioni successive l’orrore di ciò che accadde nell’agosto del 1945 e le sofferenze indicibili che ne sono seguite fino ad oggi. La loro testimonianza risveglia e conserva in questo modo la memoria delle vittime, affinché la coscienza umana diventi sempre più forte di fronte ad ogni volontà di dominio e di distruzione’, specialmente quella provocata da ordigni a così alto potenziale distruttivo, come le armi nucleari. Esse non solo favoriscono un clima di paura, diffidenza e ostilità, ma distruggono la speranza. Il loro uso è immorale, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune”. Dal 27 aprile al 22 maggio si svolgerà a New York la X Conferenza d’esame del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari: “Auspico vivamente che in quella occasione la comunità internazionale riesca a trovare un consenso finale e proattivo sulle modalità di attuazione di questo strumento giuridico internazionale, che si rileva essere ancora più importante in un momento come quello attuale”, le parole del Papa.