I giovani “sono il futuro e la speranza delle nostre società. Eppure, come è tristemente noto, non pochi adulti, compresi diversi membri del clero, si sono resi responsabili di delitti gravissimi contro la dignità dei giovani, bambini e adolescenti, violandone l’innocenza e l’intimità”. Il primo tema trattato dal Papa nel suo settimo discorso al Corpo diplomatico è quello degli abusi, definiti ancora una volta “crimini che offendono Dio, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la vita di intere comunità”. “La Santa Sede rinnova il suo impegno affinché si faccia luce sugli abusi compiuti e si assicuri la protezione dei minori, attraverso un ampio spettro di norme che consentano di affrontare detti casi nell’ambito del diritto canonico e attraverso la collaborazione con le autorità civili, a livello locale e internazionale”, ha assicurato Francesco citando il summit di febbraio 2019 in Vaticano: “Di fronte a così gravi ferite, risulta tuttavia ancora più urgente che gli adulti non abdichino al compito educativo che compete loro, anzi si facciano carico di tale impegno con maggior zelo per condurre i giovani alla maturità spirituale, umana e sociale”. “Per questa ragione intendo promuovere, il 14 maggio prossimo, un evento mondiale che avrà per tema: ‘Ricostruire il patto educativo globale’”, ha annunciato il Papa, spiegando che l’incontro vuole “ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta ed
inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione”. “Mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”, l’appello di Francesco, che ha auspicato la costituzione di “un villaggio dell’educazione” che “consenta ai giovani, individualmente e collettivamente, di sviluppare le loro personalità”. “L’educazione non si esaurisce nelle aule delle scuole o delle Università, ma è assicurata principalmente rispettando e rafforzando il diritto primario della famiglia a educare e il diritto delle Chiese e delle aggregazioni sociali a sostenere le famiglie e collaborare con esse nell’educazione dei figli”, ha affermato il Papa: “Educare esige di entrare in un dialogo leale con i giovani. Sono anzitutto loro a richiamarci all’urgenza di quella solidarietà intergenerazionale, che purtroppo è venuta a mancare negli ultimi anni. C’è, infatti, una tendenza, in molte parti del mondo, a chiudersi in se stessi, a proteggere i diritti e i privilegi acquisiti, a concepire il mondo dentro un orizzonte limitato che tratta con indifferenza gli anziani e soprattutto non offre più spazio alla vita nascente. L’invecchiamento generale di parte della popolazione mondiale, specialmente nell’Occidente, ne è una triste ed emblematica rappresentazione”.