Gmg: i temi delle Giornate scelti da Papa Francesco per i prossimi tre anni. Il commento di don Falabretti (Cei)

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Giovane, dico a te, alzati!” (cfr. Lc 7,14); “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto!” (cfr. At 26,16) e “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39): sono questi i temi, scelti da Papa Francesco, delle prossime tre Gmg (Giornata Mondiale della Gioventù), anni 2020, 2021 e 2022. Un triennio che culminerà nella celebrazione internazionale dell’evento, in programma a Lisbona nel 2022. A darne notizia oggi è il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. “Il cammino spirituale indicato dal Santo Padre – affermano dal Dicastero -prosegue con coerenza la riflessione avviata con l’ultima Giornata Mondiale della Gioventù (2019) e con il cammino sinodale, in particolare con l’esortazione apostolica Christus vivit. In essa (n. 20), il Papa cita il brano Lc 7, 14, esortando i giovani a lasciarsi toccare dalla potenza del Signore risorto e riprendere ‘il vigore interiore, i sogni, l’entusiasmo, la speranza e la generosità’ che caratterizzano la gioventù”. Ciò che accomuna i tre temi è “l’invito ai giovani ad alzarsi, a correre per vivere la chiamata del Signore e diffondere la buona notizia, come fece Maria dopo aver pronunciato il suo ‘Eccomi’. Il verbo ‘alzarsi’ nel testo originale di Luca ha anche il significato di ‘risorgere’, ‘risvegliarsi alla vita’”.

“Esortare i giovani ad alzarsi, a muoversi – commenta al Sir don Michele Falabretti, responsabile del servizio per la Pastorale giovanile della Cei – è la stessa esortazione che Papa Francesco lancia continuamente alla Chiesa e agli adulti. I giovani per definizione si muovono, non stanno fermi. La domanda è: quali sono le direzioni che prendono le nuove generazioni, perché ci preoccupano le loro direzioni, il loro perdersi e ritrovarsi? Perché, probabilmente, in questa loro dinamicità sono proprio gli adulti, la Chiesa, a sentirsi più a disagio. Credo sia una buona cosa chiedere ai giovani di muoversi per riprendere ‘il vigore interiore, i sogni, l’entusiasmo, la speranza e la generosità’ ma nello stesso tempo spero che questa loro ricerca smuova tutti, anche la Chiesa e gli adulti. Risorgere e risvegliarsi alla vita è un bisogno che riguarda tutti. C’è un senso di stanchezza, di pesantezza nella Chiesa e nel mondo e sarebbe bello che questa volontà di accompagnare i giovani a risvegliarsi alla vita diventasse un modo per risvegliare la vita anche negli adulti”. Alcune notizie di cronaca, anche recenti, “ci dicono della condizione di disagio nella quale si trovano i giovani non è finita. L’abbiamo un po’ abbandonata forse perché abbiamo creduto che il disagio sia una questione di marginalità legata al passato. I fatti di cronaca ci dicono che i giovani vivono nel disagio di chi deve diventare grande. Tenere gli occhi aperti sul loro disagio significa, allora, anche cercare di aiutarli ad orientarsi nella vita verso le cose che valgono veramente”.

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