“Beni indispensabili di ogni convivenza sociale: il diritto, la giustizia sociale, la ricerca instancabile del bene comune e la pace”. Li ha ricordati l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nell’omelia della messa che ha celebrato ieri a palazzo della Aquile, sede del Comune. Citando il Salmo 72, il presule ha evidenziato che chi governa “deve occuparsi dei ‘poveri’, di quelli che non hanno alcun peso nella società che conta, anzi, che spesso sono oppressi e sfruttati dai grandi e dai potenti di turno, da chi governa senza spirito di servizio”. Dall’arcivescovo l’elogio del “dare”, “non del possedere”, di “condividere, non concentrare potere, fare il primo passo verso l’altro, amare per primi”. “È questo l’unico potere che costruisce una vera convivenza umana, questo è l’unico potere politico da esercitare, questo è il fondamento di ogni attività amministrativa della città degli uomini, questo è l’unico fondamento mentale da assumere nell’abitare abitare la casa comune che è il pianeta terra”. Infine, il ricordo di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia nel 1980. Un “uomo giusto”, che “assomiglia molto all’immagine dell’amministratore secondo Dio del Salmo 72, che governa con giustizia e diritto, operatore di pace, seminatore di dialogo politico”. “Era un uomo che, da discepolo di Gesù, e da sognatore di verità di giustizia e di pace, voleva governare secondo il sentire di Dio, desiderava contribuire a realizzare nella sua terra quanto annuncia questo Salmo messianico: riscattare dalla violenza e dal sopruso”. “Piersanti Mattarella sognava che la sua terra potesse diventare ‘una Sicilia con le carte in regola’ – ha aggiunto -. Ma prezioso è il suo sangue, efficace la sua energia di riscatto, già nei nostri cuori come anche nelle istituzioni che serviamo e nelle città che abitiamo della sua e nostra ama Isola. Ciascuno di noi ne segua le orme”.