(Strasburgo) Diritti umani e rispetto della dignità della persona sono al centro del colloquio “Costruire insieme l’Europa”, che oggi si conclude a Strasburgo e che ha voluto celebrare il 50° anniversario dello status di Osservatore della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. Nella sede della facoltà di teologia dell’Università di Strasburgo, mons. Bruno-Maria Duffé, segretario del dicastero per il Servizio allo sviluppo umano integrale, ha offerto una riflessione per spiegare i motivi per cui, quasi 75 anni dopo la Dichiarazione universale dei diritti umani, “l’autorità morale di questo riferimento sembra oggi squalificato”. Quattro evoluzioni hanno portato a una tale “fragilizzazione”: la “riduzione individualista dei diritti umani” e la perdita della “dimensione della protezione reciproca”; la “fragilizzazione dello stato di diritto”; la logica dell’”illimitato”, che governa lo sviluppo, il sapere, lo sfruttamento delle risorse e delle persone; il “riemergere della paura del futuro e dell’altro”. A fronte di queste derive Duffé ha proposto quattro piste: un “nuovo pensiero della dignità umana” che si gioca nell’“unicità e della specificità” di ogni persona; un nuovo pensiero del diritto e l’obbligo giuridico che esso pone in essere e che si apre alla giustizia, intesa come “equilibrio tra gruppi diversi e come condivisione”. Terza prospettiva di lavoro, lo sviluppo di un pensiero dell’avvenire che rifiuta l’illimitato e infine una “esperienza rinnovata di ospitalità” che apre alla possibilità di “essere ricchi insieme”. Per mons. Duffé il punto di partenza è la possibilità di essere Europa come “comunità di comunità” e di vivere in Europa il “carisma dell’essere insieme” di cui ha parlato Papa Francesco.