Economia: Istat-Ifo-Kfo, attesa crescita su ritmi moderati nell’area Euro. Pil in aumento dello 0,3% in ciascun trimestre di previsione

Nell’area Euro prosegue la diversa fase ciclica tra i settori della manifattura e dei servizi: al calo della produzione industriale è corrisposta una maggiore vivacità dei servizi. Tuttavia, negli ultimi mesi, la fiducia delle imprese industriali sembra indicare una fase di sostanziale stazionarietà. In questo quadro, la crescita economica dell’area Euro è prevista mantenersi su ritmi moderati, con un incremento costante del Pil pari allo 0,3% per ciascun trimestre nell’orizzonte di previsione. È quanto emerge dall’“Euro-zone economic outlook” (Ezeo) diffuso oggi da Istat, Leibniz Institute for Economic Research at the University of Munich (Ifo) e Kof Swiss Economic Institute, secondo cui “i principali rischi per lo scenario previsivo sono legati alle tensioni tra Stati Uniti e Iran, mentre le tensioni sulla Brexit e sui contrasti commerciali tra Stati Uniti e Cina sono leggermente diminuiti”.
“I consumi privati – si legge in una nota – continuerebbero a sostenere la crescita, sostenuti dalle condizioni favorevoli del mercato del lavoro mentre la produzione industriale e gli investimenti dovrebbero mantenere un andamento negativo nel quarto trimestre del 2019 per poi riprendere con intensità contenute”. Secondo i tre istituti, “l’inflazione annuale rimane bassa nel 2019, con una moderata accelerazione nella prima metà del 2020”. Stando ai dati diffusi, l’inflazione dovrebbe manifestare un’accelerazione (+1,3%) nel primo trimestre dell’anno, prima di rallentare marginalmente (+1,2%) nel secondo trimestre, a causa degli effetti delle fluttuazioni passate dei prezzi dell’energia.
Nel terzo trimestre 2019, precisa il rapporto, il Pil dell’area Euro è aumentato in misura contenuta (+0,2% come nel secondo trimestre) sostenuto dalla spesa per consumi privati mentre il contributo delle esportazioni nette è stato leggermente negativo, condizionato dalla debolezza delle esportazioni. La produzione industriale ha continuato a diminuire proseguendo la fase di debolezza avviatasi a inizio 2018. Il rallentamento dell’economia cinese e la debolezza nel settore automobilistico europeo hanno pesato soprattutto sui produttori di beni strumentali e di beni intermedi influendo in modo particolarmente rilevante sull’economia tedesca, che nel terzo trimestre ha mostrato un marginale aumento (+0,1%) che segue il calo segnato nel secondo trimestre (-0,2%). Francia e Spagna, che hanno una quota maggiore di servizi e produzione di beni di consumo, hanno registrato performance migliori, mentre l’economia italiana ha continuato a migliorare in misura contenuta (+0,1% nel secondo e nel terzo trimestre).
Per l’area Euro, conclude la nota, “le crescenti tensioni tra Usa e Iran rappresentano un rischio marcato i cui effetti sui prezzi del petrolio e sul commercio internazionale sono ancora da decifrare”.

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