Consiglio d’Europa: Strasburgo, 50° status di Osservatore della Santa Sede. Padre Ardura, “diversità culturale è una caratteristica del continente e allo stesso tempo la sua ricchezza”

(Strasburgo) Era il 10 dicembre 1962 quando cominciava la cooperazione della Santa Sede con il Consiglio d’Europa con la firma della Convenzione culturale europea. Padre Bernard Ardura, presidente del Comitato pontificio delle Scienze storiche è intervenuto oggi al colloquio “Costruire insieme l’Europa”, che domani si conclude a Strasburgo e inteso a celebrare il 50° anniversario dello status di Osservatore della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. Ripercorrendo dal punto di vista della cultura l’evoluzione del rapporto tra Consiglio d’Europa e Santa Sede, padre Ardura ha affermato: “La diversità culturale è una caratteristica del continente europeo e allo stesso tempo la sua ricchezza”. E ha precisato: “la Santa Sede, pur sottolineando l’unità culturale europea, fondata sulle eredità di Gerusalemme, Atene e Roma, è attenta a ciò che fa l’identità culturale di ogni nazione”. Nel contesto della mondializzazione, “gli Stati democratici sono confrontati a una nuova sfida: definire politiche capaci di assicurare il riconoscimento, la protezione e la promozione della diversità culturale attraverso la cooperazione internazionale, la promozione della libera espressione creativa e della libertà di informazione”.
All’indomani della seconda guerra mondiale, la creazione del Consiglio d’Europa è stato “strumento efficace per far prendere coscienza agli europei del loro patrimonio culturale, comune nella sua diversità”; dopo la caduta del Muro di Berlino, molti Stati hanno scelto di aderirvi, “attendendo certo più di quanto potesse loro dare, ma sono così diventati coscienti di essere parte integrante di una casa comune, fatta di cultura, diritti e libertà”.

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