“È deflazione nei campi all’olio extravergine di oliva al vino fino alla frutta che nel 2019 è stata pagata agli agricoltori fino al 30% meno rispetto all’anno precedente al di sotto dei costi di produzione”. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in riferimento ai dati diffusi oggi dall’Istat sull’inflazione in Italia che è dimezzata rispetto al 2018. “La frenata dei prezzi – sottolinea Coldiretti – è il risultato di una spirale recessiva con consumi stagnanti che penalizzano l’economia e l’occupazione”. “Un prodotto alimentare su quattro – spiega l’associazione – è stato acquistato dagli italiani in promozione con l’obiettivo di cercare il risparmio e ridurre i costi del carrello della spesa, con effetti evidenti sul contenimento dell’inflazione”. “Gli italiani – continua la nota – sempre più spesso vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount, ma anche sperimentando canali alternativi come gli acquisti di gruppo, quelli on line o dal contadino. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – sostiene Coldiretti – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa”.
Tra i prodotti alimentari venduti in offerta più frequentemente ci sono quelli simbolo della dieta mediterranea con “un onere che spesso ricade sui fornitori per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale. Il risultato è che – denuncia Coldiretti – per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo mentre il resto viene diviso tra l’industria di trasformazione e la distribuzione commerciale”.
Per l’associazione, “dopo l’importante sterilizzazione dell’Iva che avrebbe aggravato la situazione dei consumi è ora necessario al più presto – conclude la Coldiretti – il recepimento della direttiva (Ue) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019 per ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti”.