Cile: a Santiago messa di riparazione di fronte alla chiesa data alle fiamme venerdì. Mons. Silva, “non hanno bruciato la fede, la speranza è intatta”

Domenica 5 gennaio, alle porte della chiesa di San Francisco de Borja, affidata al corpo dei Carabinieri, data alle fiamme lo scorso venerdì nel centro di Santiago del Cile, si è svolta un’Eucaristia di riparazione.
La messa è stata presieduta dal vescovo castrense, mons. Santiago Silva Retamales, presidente della Conferenza episcopale cilena, e concelebrata tra gli altri dal nunzio apostolico in Cile, Alberto Ortega Martín, dall’arcivescovo eletto di Santiago, Celestino Aós Braco, dall’arcivescovo emerito di Antofagasta, Pablo Lizama Riquelme, dal vescovo ausiliare di Santiago, Alberto Lorenzelli Rossi, e dai cappellani dei tre rami delle Forze armate e della Polizia. Centinaia i fedeli presenti, tra cui il direttore generale della Polizia, il generale Mario Rozas Córdova.
All’inizio dell’omelia, l’ordinario militare, oltre a ringraziare per la presenza di tutti i partecipanti, ha detto che, “nonostante abbiano bruciato la chiesa, non hanno bruciato la comunità, non hanno bruciato la fede. La nostra speranza è intatta”.
Alludendo ai Magi dell’Oriente che hanno saputo riconoscere il Salvatore nel neonato, mons. Silva si è chiesto: “Non è che ci mancano persone sagge che ci permettano di discernere le vie di oggi? Che con una voce profetica, con una voce forte, possano indicarci verso dove il Signore vuole condurci e come uscire da queste difficoltà in cui ci troviamo?”. E ha aggiunto: “Quando parlo di uomini saggi, non parlo solo del mondo religioso, ma anche del mondo politico, degli economisti, degli imprenditori, e parlo anche delle persone semplici, di coloro che non hanno molta istruzione”.

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