Golden Globe: premi per la tv a “Chernobyl”, “Succession” e “Fleabag”. Migliori attori Olivia Colman e Russell Crowe

La miniserie “Chernobyl” (HBO), le serie Tv “Succession” (HBO) e “Fleabag” (Prime Video) si impongono con due statuette a testa nella 77a cerimonia dei Golden Globe a Los Angeles, nella notte tra 5 e 6 gennaio, assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association. Oltre al cinema, infatti, i Golden Globe premiano il meglio tra le produzioni televisive.

Anzitutto la categoria miniserie, che vede trionfare come da attese (e meritatamente!) “Chernobyl”, dramma storico prodotto da HBO-BBC sul disastro nella centrale nucleare sovietica avvenuto nel 1986; la miniserie “Chernobyl”, che ha ottenuto già tre premi Emmy lo scorso settembre (miniserie, regia e sceneggiatura), ai Golden Globe si aggiudica anche il riconoscimento per l’attore non protagonista Stellan Skarsgård.
I migliori interpreti, sempre sul fronte della miniserie, sono Russell Crowe nel controverso ruolo di Roger Ailes fondatore di Fox News, raccontato in “The Loudest Voice” (Showtime), e Michelle Williams protagonista del biopic “Fosse/Verdon”, sul legame tra il coreografo Bob Fosse e la ballerina-musa Gwen Verdon; la Williams aveva già ottenuto l’Emmy per il ruolo.
Miglior serie drammatica è “Succession” (HBO), con due stagioni all’attivo e vincitrice dell’Emmy per la miglior sceneggiatura; la serie ottiene anche il premio per il miglior attore drammatico, Brian Cox, nel ruolo del magnate Logan Roy.
Miglior interprete in una serie drammatica è l’attrice britannica Olivia Colman, nel magistrale ruolo della regina Elisabetta II nella terza stagione di “The Crown” (Netflix). Per la categoria commedia vince un’altra attrice inglese, Phoebe Waller-Bridge, brillante interprete nonché autrice di “Fleabag” (Prime Video). Nella stessa categoria, è riconosciuto miglior attore Ramy Youssef per “Ramy”.
Infine, attrice non protagonista, in linea con gli Emmy, è Patricia Arquette per “The Act” (Hulu). La Arquette è una delle poche dive ad aver ricondotto l’attenzione nel corso della serata hollywoodiana alla politica, sottolineando il rischio per una nuova guerra alle porte, con un’aperta critica al presidente degli Stati Uniti, ma anche al dramma degli incendi in Australia.

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