A dicembre 2019 l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie resta invariato rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,6% rispetto a dicembre 2018. Nell’interno anno la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Aumenti superiori alla media si registrano per l’intero settore pubblico (+1,9%) e, nel settore privato, per l’agricoltura (+1,8%) e l’industria chimica (+1,5%). È quanto comunica oggi l’Istat diffondendo i dati su “Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali” riferiti al periodo ottobre-dicembre 2019.
“Nel 2019 – spiega l’Istat –, la media delle retribuzioni contrattuali orarie mostra una dinamica meno sostenuta di quella osservata nell’anno precedente, a seguito del mancato rinnovo contrattuale per quasi la metà dei dipendenti. Si osserva, tuttavia, un lieve incremento medio in termini reali, grazie a una dinamica inflazionistica che, nel corso dell’anno, è stata molto contenuta”.
Con riferimento ai principali macrosettori, si legge nel report, l’aumento è stato dello 0,9% per i dipendenti dell’industria, dello 0,4% per quelli dei servizi privati e dello 0,7% per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono quelli dell’estrazione di minerali (+1,8%), dell’energia e petroli (+1,7%), dell’energia elettrica e industria chimica (entrambi +1,5%). L’incremento è invece nullo per i settori del commercio, delle farmacie private, delle telecomunicazioni e degli altri servizi privati.
Alla fine di dicembre 2019, i contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica (29 contratti) riguardano oltre la metà (55,4%) dei dipendenti – circa 6,9 milioni – con un monte retributivo pari al 53,4% del totale.
Nel corso del quarto trimestre 2019 sono stati recepiti cinque accordi – estrazione di minerali energetici e petrolifere, lapidei, energia elettrica, autorimesse e autonoleggi e gas e acqua – e ne sono scaduti due, conciarie e alimentari.
“I contratti che a fine dicembre 2019 sono in attesa di rinnovo – rileva l’Istat – ammontano a 44, per un totale di circa 5,5 milioni di dipendenti (44,6% del totale), valore in diminuzione rispetto alla fine del trimestre precedente. Nel corso del 2019 è aumentato il tempo medio di attesa di rinnovo, che passa da 10,6 a 20,4 mesi per i lavoratori con contratto scaduto”.