“Siamo arrivati a identificare la serenità con l’isolamento e il fastidio con la relazione. Ma i profeti, che hanno migliorato la storia, l’hanno fatto proprio complicandosi la vita, rifiutando la falsa pace dell’indifferenza e giocandosi per la vera pace del dono di sé”. Lo ha detto l’arcivescovo di Modena-Nonantola, mons. Erio Castellucci, nell’omelia della messa che ha celebrato oggi in cattedrale per il patrono san Geminiano. “La falsa pace fa leva sull’istinto di autoconservazione; la vera pace dà voce al desiderio di relazione”, ha aggiunto. Soffermandosi sulla differenza “tra la vera pace e la falsa pace, tra la compassione e l’indifferenza”, il presule ha evidenziato che “la politica più alta prende le mosse dalla compassione, dalla condivisione dei problemi, dalla partecipazione intima alle fragilità degli altri”. “La politica con la ‘P’ maiuscola, come la chiama Papa Francesco – ha aggiunto –, è la più alta forma di amore, perché si rivolge non solo ai vicini o a coloro che se lo meritano, ma guarda al ‘bene comune’, si lascia toccare il cuore dalle fragilità altrui, cerca di compensare le ingiustizie, dà la parola a chi non ha voce”. In alte parole, “la carità politica non è un optional”. Piuttosto – ha evidenziato l’arcivescovo – “fare politica, in questo senso altissimo, è dovere morale di tutti i cittadini e non solo di coloro che lavorano nelle istituzioni; e per i cristiani è un dovere fondato sul Vangelo, prima ancora che sulla coscienza e sulle leggi democratiche”.