(Londra) “Non vi saranno vie legali che non verranno percorse per ottenere un nuovo referendum sull’indipendenza scozzese”: lo ha dichiarato Nicola Sturgeon, leader del partito nazionalista Snp, a Edimburgo. “Certo vogliamo che la prossima consultazione avvenga in modo legale, che sia riconosciuta dal Parlamento di Westminster”, ha evidenziato Sturgeon. “Ma se il governo di Londra si oppone, non escludiamo di ricorrere ai tribunali”. La forza di questa minaccia è contenuta nelle cifre che il primo ministro scozzese ha citato. “L’ultimo sondaggio Yougov ha confermato che la percentuale di coloro che voterebbero a favore di una Scozia indipendente è passata dal 45% dell’ultimo referendum, nel 2014, al 51% di oggi”. Insomma se si tornasse alle urne, in questo momento, la parte nord dell’Unione tra Scozia e Inghilterra, sancita nel ‘700, se ne andrebbe per conto suo. Sturgeon ha anche ricordato perché la sua visione è profondamente diversa da quella di Boris Johnson. “Vogliamo impegnarci per proteggere l’ambiente”, ha detto. “Garantire i diritti dei lavoratori. Dare vita a una società giusta dove ci si prenda cura dei più deboli. Aprire le porte ai migranti che pagano le pensioni dei nostri anziani”. Con il pensiero a quell’orologio proiettato su Downing street, dove questa sera si svolgerà il conto alla rovescia per la Brexit, la leader nazionalista scozzese ha chiesto ai suoi sostenitori di non consentire che “la tristezza che proviamo diventi rabbia”.