“I giovani hanno bisogno di qualcosa di concreto, di autentico. Di uomini e donne che si sforzano di vivere la vita cristiana. Di una comunità in cui riconoscersi, fatta di ragazzi come loro. A Lussemburgo non vanno infatti più in parrocchia perché la gente che trovano a messa è anziana. E poi non capiscono il linguaggio, spesso intriso di troppa morale”. Lo ha detto il card. Jean Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, responsabile della Commissione “Giovani” del Ccee e presidente della Comece, durante l’annuale convegno nazionale promosso dall’Ufficio per la pastorale delle vocazioni della Cei, a Roma, da oggi pomeriggio al 5 gennaio. Tema di questa edizione è “Datevi al meglio della vita! (Christus vivit, 143)”.
Il card. Hollerich, intervenendo sul tema “Una Chiesa dinamica, perché i giovani possano abitarla”, ha aggiunto: “I ragazzi non conoscono più la Chiesa. Se nel passato c’era una generazione contraria, oggi non sanno neanche più cos’è. Per questo dobbiamo essere noi ad uscire, ad entrare nel loro mondo, per cercare di creare uno spazio nel loro cuore per Cristo. Il mondo sta cambiando e come Chiesa siamo tenuti a vivere nel presente”.
“Se, infatti, i giovani capiranno che abbiamo qualcosa da proporre, ci ascolteranno. Questo è il nostro compito. Portare il Vangelo. Essere una Chiesa dinamica e non statica”, ha concluso.