“La società ha bisogno della vecchiaia, se non vuole ridursi solo a essere una realtà economica o a un intreccio di rapporti guidati dalla funzionalità e dall’interesse”. Ne è convinto Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, che, intervenendo al Congresso internazionale di pastorale degli anziani in corso a Roma, ha denunciato: “Oggi la società fa vivere più a lungo e poi abbandona l’anziano, lo sospinge in quelle istituzioni che lo allontanano dalla famiglia e dall’ambiente in cui è sempre vissuto”. “Il venir meno della famiglia vuol dire – specie per gli anziani in istituto – la fine del Natale, della Pasqua, delle feste, che non si celebrano più, o almeno non più come una volta”, ha fatto notare il relatore, secondo il quale “bisogna mostrare agli anziani, a noi stessi, alla società, alla Chiesa, che la vita di tanti anziani ha un senso”: “Un anziano, anche se ridotto allo stremo, nel suo letto, diventa come un monaco, un uomo solo, un eremita, e con la sua preghiera abbraccia il mondo. Sembra impossibile che un’anziana, che ha vissuto tutta la vita presa dalle faccende, nella cura della famiglia, divenga contemplativa. Ma accade, e dobbiamo avere in grande considerazione l’intercessione degli anziani. Ma soprattutto la comunità ecclesiale deve accompagnare gli anziani in quella che è la conversione della loro vita nella terza età. E qui – dobbiamo ammetterlo – la Chiesa è stata poco interessata o disinteressata: preoccuparsi per gli anziani, vecchi clienti della parrocchia, non è una priorità”. Di qui, ha concluso Impagliazzo, la necessità di accogliere la “grande sfida: aiutare il continente degli anziani, sempre più numerosi, a scegliere chi essere”.